Condividiamo un utile approfondimento redatto da Denis Manzi, Resposnabile Area Finanza di Banca di San Marino
Cosa è successo?
Venerdì sera Silicon Valley Bank (SVB), la sedicesima banca per grandezza degli USA con 209 miliardi di USD di attivi, è stata posta in “risoluzione” dall’ente regolatore statunitense, La Federal Deposit Insurance Corporation. L’attività della banca è stata bloccata e sono stati garantiti i primi 250 mila USD per ogni depositante (negli USA, la soglia che da noi è di 100 mila euro, è invece di 250 mila USD).
Domenica notte, dopo che anche un’altra banca, la Signature Bank di New York ha subito la stessa sorte di SVB, le autorità di vigilanza americane hanno annunciato una serie di misure, tra le quali rientrano la protezione integrale di tutti i depositanti (azionisti ed obbligazionisti non saranno invece “salvati”).
La Federal Reserve, inoltre, ha attivato un nuovo programma per concedere liquidità al sistema bancario (il Bank Term Funding Program), tramite il quale le banche avranno accesso a linee di credito della durata massima di 1 anno ed al tasso di 10 punti base sopra l’overnight index swap 1y (che quota circa al 4,9%) ponendo come collaterale titoli di stato e Mortgage Backed Securities, che saranno valutati al 100% del nominale, indipendentemente dai prezzi di mercato. Il programma sarà “coperto” da 25 miliardi di USD del fondo di stabilità finanziaria.
Chi era la SVB?
SVB Financial era la società madre della Silicon Valley Bank, che annovera tra i propri clienti numerose startup e società di venture capital (era effettivamente la banca di riferimento per questo settore). Durante la pandemia, queste tipologie di clienti hanno generato un sacco di liquidità che ha portato a un'impennata dei depositi. SVB ha chiuso il primo trimestre del 2020 con poco più di 60 miliardi di dollari di depositi totali valore, arrivato a 209 miliardi di dollari prima del fallimento.
Da dove sono nati i problemi?
L’enorme aumento dei depositi (passività per le banche) ha richiesto alla banca di “gestire” le proprie attività ed SVB ha acquistato decine di miliardi di dollari di attività apparentemente sicure, principalmente buoni del Tesoro statunitensi a lungo termine e titoli ipotecari garantiti dal governo. Il portafoglio titoli di SVB è passato da circa 27 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2020 a circa 128 miliardi di dollari entro la fine del 2021.
Di seguito un grafico esplicativo di come si sono mossi gli attivi ed i passivi di SVB.
Fonte: Financial Times
Questi titoli non corrono praticamente alcun rischio di insolvenza. Ma pagano tassi di interesse fissi per molti anni. Questo non è necessariamente un problema, a meno che la banca non abbia improvvisamente bisogno di vendere i titoli (i titoli erano ad elevata duration ed erano stati inseriti nel portafoglio immobilizzato della banca, che non richiede l’applicazione del mark to market). Poiché i tassi di interesse di mercato si sono spostati molto più in alto, quei titoli improvvisamente valgono meno sul mercato di quanto valgano sui libri contabili della banca. Di conseguenza, potevano essere venduti solo in perdita. Le perdite non realizzate di SVB sul suo portafoglio titoli alla fine del 2022, o il divario tra il costo degli investimenti e il loro valore equo, sono balzate a oltre 17 miliardi di dollari (il capitale di classe primaria della banca era di circa 17 miliardi, il che implica appunto che se avesse dovuto vendere tutti i titoli in portafoglio, lo avrebbe azzerato!)
E poi cosa è successo?
Allo stesso tempo, gli afflussi di depositi di SVB si sono trasformati in deflussi poiché il settore economico sul quale la banca era concentrata (start up e venture capital) hanno iniziato dal 2022 a bruciare cassa e hanno smesso di ricevere nuovi fondi da offerte pubbliche o raccolte di fondi. Anche l'attrazione di nuovi depositi è diventata molto più costosa, con i tassi richiesti dai risparmiatori a seguito degli aumenti dei tassi della FED. I depositi sono così scesi da quasi 200 miliardi di dollari alla fine di marzo 2022 a 173 miliardi di dollari alla fine del 2022.
Cosa ha dovuto fare la banca?
Mercoledì SVB ha dichiarato di aver venduto una grossa fetta dei suoi titoli, per un valore di 21 miliardi di dollari al momento della vendita, con una perdita di circa 1,8 miliardi di dollari. L'obiettivo della banca era quello di aiutarla a reimpostare i suoi guadagni da interessi ai rendimenti più elevati di oggi e fornirle la flessibilità di bilancio per far fronte a potenziali deflussi e finanziare ancora nuovi prestiti. Ha anche deciso di raccogliere circa $ 2,25 miliardi di capitale
L'annuncio dell’aumento di capitale ha portato il prezzo del titolo a crollare, rendendo più difficile raccogliere capitali ed il piano è così fallito.
E’ iniziata così la fuga dei depositanti… Giovedì, i clienti hanno tentato di prelevare $ 42 miliardi di depositi,
mandando la banca in crisi di liquidità e rendendo necessario l’intervento del regolatore.
Ora cosa succede?
La situazione è fluida, le perdite per i depositanti sono state scongiurate, mentre invece vi saranno perdite per gli azionisti (perderanno verosimilmente tutto) e per gli obbligazionisti.
Nei prossimi giorni le attività della banca ed i depositi potrebbero venire acquistati da altre banche (più probabile) oppure entrare in liquidazione (meno probabile). Difficile intervenga il governo con un salvataggio che richieda l’accollo delle perdite da parte dei “taxpayer”.
Vi saranno sicuramente tensioni sui mercati e prevalentemente sull’andamento di azioni ed obbligazioni (subordinate in primis) delle banche, specialmente quelle più piccole e meno solide. In tal senso, il settore in Europa sembra meno debole.
E’ un nuovo 2008? No. Le cose sono molto diverse, ed il contagio appare poco probabile.
Effetti sui principali mercati finanziari?