La storia narra di San Marino, il Santo giunto da Arbe che secondo la tradizione fondò la Repubblica. Marino, dopo un periodo vissuto a Rimini, sceglie di ritirarsi sul Monte Titano dove fonda una piccola comunità di cristiani. Di questo periodo trascorso sul Monte Titano da Marino si raccontano grandi prodigi. Il momento più importante, però, è stato l'incontro con Verissimo, figlio della nobildonna romana Felicissima, vedova e proprietaria del terreno su cui sorgeva il Monte, che contestava la residenza di Marino nelle sue terre. Quest'ultimo, presagendo le minacciose intenzioni del ragazzo, prega la Provvidenza perché lo aiuti. E proprio in quell'istante Verissimo cade a terra paralizzato. La madre disperata si precipita dal Santo per chiedergli perdono e offrirgli tutto quanto desideri. Il Santo rispose che per se non desidera nulla, quanto piuttosto la loro conversione e battesimo, oltre ad un terreno dove trovare il giusto riposo. Felicissima accetta e, come ringraziamento, offre in dono il Monte Titano a Marino ed alla sua discendenza: Verissimo guarisce e tutta la famiglia si converte al Cristianesimo.
Marino, ordinato anche diacono dal Vescovo di Rimini, continua la sua vita di preghiera e ritiro e, il 3 settembre di un anno sconosciuto (forse il 366), muore. Tale giorno viene solennemente ricordato nella Repubblica. Quanto ci sia di vero è difficile a dirsi: è certo che la zona fu abitata fin dai tempi preistorici, ma è solo dal periodo medioevale che si hanno notizie certe sull'esistenza di una comunità organizzata. Qualunque sia la verità, la leggenda è di certo l'espressione della forte volontà di indipendenza degli abitanti del Monte Titano e suggella l'immagine suggestiva di "antica terra della libertà".